“Segesta Teatro Festival” prosegue al Teatro Antico del Parco Archeologico al tramonto e all’alba

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Il terzo weekend di programmazione Segesta Teatro Festival 2024 prosegue al Teatro Antico del Parco Archeologico di Segesta con appuntamenti teatrali al tramonto e all’alba.

Sabato 10 agosto alle ore 19.30, con replica l’11 alla stessa ora, debutta “Gli Spartani” scritto da Barbara Gizzi con la regia di Daniele Salvo.

 

Questa tragedia “moderna” – riconosciuta Progetto Speciale MIC 2023 – è ambientata a Sparta, dove il gioco del potere calpesta sentimenti e individualità. L’amore deve piegarsi alla ragione di Stato ma con conseguenze terribili e funeste. E così si alternano personaggi che scavano nel cuore dello spettatore, per la forza dei temi e grazie alla regia visionaria e spettacolare di Daniele Salvo che, con tutti i mezzi espressivi possibili, tocca le corde della più profonda emotività di un testo moderno ma scritto alla maniera dei tragici greci. Un coro di guerrieri, anime inquiete che commentano, in una sorta di danza continua, soffre con la protagonista, la ammonisce, la travolge rievocando le atmosfere delle grandi tragedie e la forza viscerale dell’Iliade.

In scena: Valeria Cimaglia (Clitemnestra), Massimo Cimaglia (Tindaro), Giuseppe Sartori (Agamennone), Elena Polic Greco (Leda), Giulia Sanna (Elena), con la voce di Ugo Pagliai e il coro composto da: Guido Bison, Gabriele Crisafulli, Lorenzo Iacuzio, Gianvincenzo Piro, Tommaso Sartori, Damiano Venuto.

I costumi sono di Daniele Gelsi, disegno luci Giuseppe Filipponio, elementi scenici Andrea Grisanti, assistente alla regia Matteo Fiori; produzione Terra Magica Arte e Cultura, con il patrocinio di INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico, Institute of Sparta, Soprintendenza Nazionale per il patrimonio Culturale Subacqueo, Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia. Durata 95 minuti.

 

Domenica 11 alle ore 5.00, sempre al Teatro Antico, secondo appuntamento all’alba dell’edizione 2024 del Segesta Teatro Festival con “L’epopea di Gilgamesh”, scritto e diretto da Giovanni Calcagno che lo interpreta anche insieme a Vincenzo Pirrotta. Produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione Teatro Nazionale, consulenza scientifica Luca Peyronel; durata 90 minuti.

 

Lo spettacolo – dopo la data Morgantina e prima di quella in programma a Naxos – giunge a Segesta per raccontare il più antico poema della storia dell’uomo.

Circa due secoli fa, negli scavi della biblioteca di Assurbanipal a Ninive, gli archeologi portarono alla luce una serie di tavolette. Quando fu decifrata la scrittura cuneiforme, esse rivelarono il titolo di un poema: Di colui che vide le profondità e le fondamenta della terra. Si presentò così, Gilgamesh, a noi occidentali. Quando ebbe una prima traduzione dell’opera, Rilke affermò di non aver letto mai niente di così potente, e più tardi anche Elias Canetti, dopo averne ascoltato alcuni brani recitati da un suo amico attore, manifestò la necessità di confrontarsi con questo testo per tutta la vita. Gilgamesh è la storia di un re che, dopo aver sperimentato sulla propria pelle il dolore per la morte del suo migliore amico, lascia il suo trono e gli agi di corte per andare alla ricerca della vita eterna e della verità sulla caducità dell’esistenza umana. Nel solco dei narratori più antichi che hanno raccontato per secoli le vicende del leggendario re della prima città del mondo, la regia ha curato una versione arcaica di questo spettacolo, affidata cioè solo alle voci, al corpo dei narratori, accompagnati dal ritmo dei tamburi e dal suono di cembali e di flauti, uno spartito da suonare ad alta voce, per “togliere la polvere“ da uno dei più grandi tesori della letteratura di tutti i tempi.

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